Il Punk e’ stato un fenomeno musicale che ha diviso in due la storia della musica, una rivoluzione che ha segnato una momento leggendario e ha decretato un cambiamento epocale che ha coinvolto intere generazioni in ogni parte del mondo.

Un movimento che metteva in discussione il passato e le sue visioni stereotipate, che ha finito per minare alla base il mercato musicale creando una miriade di nuovi giovani attori che nel giro di pochi anni hanno riscritto le regole con le quali si creava musica.

Per coloro che hanno vissuto il periodo questa nuova ondata ha finito per rendere il passato immediatamente vecchio (valido ma vecchio) aprendo nuove strade da percorrere e scoprire con avidità, finendo col conquistare anche i primi posti delle classifiche di tutto il mondo grazie ad un industria discografica che coraggiosamente ha saputo cavalcare il movimento e renderlo negli anni accessibile a tutti.

Per quanto il movimento punk inglese è poi diventato protagonista, è innegabile che la scena punk ha avuto la sua prima espressione oltre oceano per poi espandersi come un virus in tutto il mondo ( cosa che noi di Indie For Bunnies abbiamo raccontato in un nostro speciale a puntate qui)

La Cherry Red Records con “Blank Generation – A Story Of U.S. / Canadian Punk & Its Aftershocks 1975-1981” realizza un’operazione incredibile, riprendendo il nome della compilation dall’inno storico di Richard Hell, “Blank Generation” documenta quello che succedeva in Nord America dove una miriade di band suonavano dal vivo in locali come il CBGB di New York e iniziarono a pubblicare dischi, spesso su etichette indipendenti, alcune velocemente sparite e altre che hanno fatto la storia del punk.

In questi cinque CD ritroviamo sia i protagonisti noti (Patti Smith Group, The Ramones, Television, Blondie, The Voidoids, Pere Ubu, The Dead Boys, Dead Kennedys, Devo, Cramps e molti altri) ma anche tante band che hanno animato il periodo e che spesso hanno avuto meno fortuna.

In questa mia top 10 ho scelto dieci brani di band,  tutte presenti nella raccolta della Cherry Red,  concentrandomi maggiormente sui protagonisti del periodo che oggi sono tutto sommato dimenticati, tralasciando volutamente i nomi più conosciuti.

10. Howard Werth
Obsolete (1978)

Cosa ci fa Howard Werth in questa compilation? E’ proprio lui, il fondatore e frontman degli Audience, quello che doveva prendere il posto di Jim Morrison nei Doors e che ha suonato insieme a una miriade di grandi band? Bene ho controllato ed è proprio lui e, nonostante sia inglese, ha anche lui trovato un posto nella Blank Generation.

In questo bel brano un po’ li riconosciamo ma non troppo.

9. Suburban Lawns
Janitor (1980)

Band originaria di Los Angeles che aveva tutte le carte in regola per avere un ottimo futuro e invece durarono solo un album e un Ep per poi sciogliersi, un gran peccato perché incarnavano bene il post punk e potevano ancora dire molto seguendo la strada tracciata dai mitici B-52s.

“Janitor” è un pezzo delizioso e il ritornello ….I’m a janitor, oh my genitals.. assolutamente geniale.

8. Nervus Rex
Don’t Look (1979)

I Nervus Rex erano un’ altra band con tutte le carte in regola per esplodere eppure il loro sound, espressione di una new wave con chiare caratteristiche pop, non riuscì ad imporsi e si limitarono alla pubblicazione di un solo album di scarso successo.

Qualche componente della band poi si tolse qualche soddisfazione con altri progetti, questa “Don’t Look” dimostra ampiamente il loro valore, potevano essere una scelta alternativa ai Pretenders ma purtroppo si fermarono qui.

7. New Math
They Walk Among Us (1981)

Altra band molto interessante che all’epoca non ottenne grande riscontro nonostante godessero di molta considerazione e aprivano i concerti di artisti del calibro di Ramones e Cramps, negli anni a seguire sono stati riscoperti fino a diventare un piccolo oggetto di culto.

Oggi si sono riformati e nel 2013 e hanno pubblicato una raccolta molto interessante dal titolo “Die Trying & Other Hot Sounds (1979-1983)” da riascoltare perché rende giustizia ad una band che meritava molto.

“They Walk Among Us” è un brano che testimonia bene il periodo di transizione tra il periodo punk e quello che, una volta ripulito e prodotto in maniera professionale, diventerà new wave conquistando le classifiche di tutto il mondo.

6. Killer Kane Band
Mr. Cool (1977)

Nati dallo scioglimento dei New York Dolls su iniziativa del loro bassista Arthur Kane, i Killer Kane Band che vedevano alla voce Blackie Goozeman (poi diventato famoso con i W.A.S.P.) durarono stranamente pochissimo pubblicando solo un 7 pollici con tre brani.

Il brano si muove nel mondo del proto punk con influenze glam e verrà ripubblicato nel 1985 proprio dai W.A.S.P. con un nuovo arrangiamento e titolo, ma questa versione resta la migliore.

5. Chandra
Kate (1980)

I Chandra sono tra le band più incredibili del periodo, la cantante era figlia dell’artista Dennis Oppenheim che aveva utilizzato la figlia nelle sue opere, e lei a soli undici anni era la leader di questa band.

Quando aveva dodici anni ha registrato questo brano e si esibiva con il suo gruppo al leggendario Mudd Club di New York , posto frequentato da gente del calibro di Lou Reed, Debbie Harry e Johnny Thunders, lasciando sempre tutti a bocca aperta.

Siete curiosi ora? Allora ascoltatela in “Kate” e la curiosità si trasformerà in stupore, se non vi basta la leggenda narra che il testo sia stato scritto da lei mentre era in attesa per una visita dal pediatra.

Testimonianza sonora di un periodo musicale purtroppo finito che non si ripeterà mai più.

4. The Dickies
Fan Mail (1979)

Band che aveva tutte le carte in regola ed era lecito immaginare per loro una lunga carriera, figura centrale era il polistrumentista Chuck Wagon dalle grandi capacità ma che purtroppo non si sono poi potute realizzare pienamente, a soli 24 anni dopo un concerto rientrò a casa e si sparò un colpo in testa ponendo fine alla sua vita e al suo innegabile talento.

The Dickies sono assolutamente da riscoprire e ce li godiamo con questo pezzo, pescavano il loro sound dal passato che rielaboravano e attualizzavano con maestria .

3. Avengers
We Are the One (1977)

Gli Avengers furono scelti per aprire il tour americano dei Sex Pistols ma nonostante questo non andarono oltre un Ep intitolato “We Are the One” per poi sciogliersi nel 1979.

La cantante Penelope Houston aveva carisma da vendere e la band includeva anche Danny Furious, che è stato anche batterista originale nei Blackhearts di Joan Jett, e il bassista James Calvin Willsey diventato poi chitarrista che ha avuto un ruolo importante nella carriera di Chris Isaak.

Un peccato sia finita subito perché la band era valida (si riformeranno anni più tardi) come dimostrano in questo bel pezzo.

2. John Berenzy
Vice Verses (1978)

Il CBGB ospitò un infinità di artisti e anche John Berenzy, che poi ebbe una lunga carriera suonando con grandi nomi del rock e del jazz, lo possiamo iscrivere al movimento.

“Vice Verses” ha una costruzione che progressivamente si allontana dal punk sembrando già post, una proposta che sarebbe valida ancora oggi.

1. Polyrock
Romantic Me (1980)

Inspiegabilmente i Polyrock non ebbero successo e sono stati praticamente dimenticati da molti, eppure era una band interessantissima che aveva attirato l’attenzione di Philip Glass che credeva in loro e collaborò ai loro progetti.

Sono sicuro che tra di voi c’è qualcuno che li ricorda ma per quelli che se li sono persi è il momento di riscoprirli, erano assolutamente validi ed erano una versione nervosa e particolare di band come i Japan, gli Ultravox e gli OMD.

“Romantic Me” è deliziosa e mostra bene le loro qualità, new wave al top.