L’attitudine, il sound e il giusto equilibrio tra melodia ed elettricità: i Militarie Gun hanno tutte le carte in regola per conquistare l’attenzione del grande pubblico internazionale. Lo confermano con le quattordici tracce di “God Save The Gun”, secondo album composto in gran parte da materiale nato ancora prima dell’uscita dell’esordio “Life Under The Gun” del 2023.

Un disco, quindi, figlio di un’urgenza creativa che affonda le radici nelle inquietudini del frontman Ian Shelton, il quale ha descritto così il risultato delle sue fatiche: «Non si tratta solo di un audace esperimento sonoro, ma anche di un documento profondamente umano su cosa significhi toccare il fondo proprio quando dovresti essere al massimo… un incrocio tra autodistruzione e fiducia in sé stessi.»
Da questi contrasti nasce un album che, pur restando saldamente ancorato a sonorità post-hardcore contemporanee (con evidenti tendenze crossover alla Turnstile), si muove in ogni direzione possibile: sempre in bilico tra intuizioni dal gusto sperimentale – lontane anni luce dal rock mainstream – e scelte stilistiche pensate per raggiungere anche chi ama gli hook e i ritornelli immediati.
Il risultato è un perfetto compromesso: un assaggio di ciò che l’alternative rock “radio-friendly” dovrebbe essere oggi, se esistesse ancora un mercato realmente interessato alle nuove proposte.
I Militarie Gun spaziano con naturalezza tra pop-punk e post-punk, power pop e grunge, dando forma a un’opera compatta ma ricca di contaminazioni. Le chitarre elettriche, pur protagoniste, lasciano spesso spazio ad aperture rap, incursioni elettroniche, tastiere e persino sample – come in “Kick”, dove compare lo stesso synth che apre “Requiem” dei Killing Joke.
Poteva essere un gran casino, ma non lo è: i brani sono solidi, ben costruiti e sempre coerenti con la forma-canzone, senza mai scivolare nella banalità. Le canzoni migliori? Sicuramente la potente “B A D I D E A”, la strokesiana “Laugh At Me”, l’amara “Thought You Were Waving” e la malinconica (e bellissima) “I Won’t Murder Your Friend”.













