Il rinvio della data d’uscita a causa della pandemia non ha certo diminuito la curiosità  per il debutto solista di Jehnny Beth (Camille Berthomier) voce delle Savages. “To Love Is To Live” ha avuto una gestazione lunga, diversi anni passati a comporre musica con l’aiuto del partner di sempre Johnny Hostile, brani poi perfezionati dalle sapienti mani di produttori come Flood , Atticus Ross e arricchiti da numerosi ospiti (Romy Madley Croft dei The XX, Joe Talbot degli IDLES).

Un nuovo inizio ispirato da una perdita (quella di David Bowie) che ha spinto Jehnny Beth in una direzione diversa dal lucido, ferale, martellante post punk sperimentato insieme a Ayse Hassan, Fay Milton e Gemma Thompson. I trentotto minuti di “To Love Is To Live” sono più sfaccettati e inquietanti, musicalmente spaziano dall’elettronica rumorosa a momenti di quiete, poesia e jazz scolpiti su basi spesso minimali che crescono poco a poco.

Le note di “I Am” contengono già  molti dei temi dell’album: vergogna e peccato, lussuria, pentimento e innocenza violata. La voce di Jehnny Beth è spesso tagliente, a volte quasi robotica e mai rassicurante come dimostrano “Innocence”, l’erotismo elettrico di “Flower”, le pulsazioni fredde di “We Will Sin Together”.

Cillian Murphy (il Thomas Shelby di “Peaky Blinders”) recita il poema “A Place Above” e introduce l’assalto sonoro di “I’m The Man” che abbiamo ascoltato per la prima volta nell’ultima stagione della serie creata da Steven Knight. L’elettro pop di “Heroine” ispirato da Romy Madley Croft, l’aggressiva e gelosa “How Could You” con Joe Talbot nel ruolo maschile, una ballata delicata come “French Countryside” e la cangiante “Human” chiudono un disco non banale nè immediato.

Forse solo Peaches, la Anna Calvi di “Hunter” sono riuscite a parlare in termini così espliciti di umanità , piacere e sessualità  senza veli nè confini (“The Rooms” docet). La sensualità  evocata in quest’album è diversa: meno voluttuosa, più rocciosa, fredda e ragionata.

Non è la la Jehnny Beth frontwoman arrabbiata quella che incontriamo tra le note di “To Love Is To Live” ma il suo alter ego trasgressivo e vulnerabile. Camille Berthomier rinuncia alla melodia e celebra la dissonanza in modi imperfetti e coraggiosi. Il messaggio arriva, forte e pronto per essere ascoltato.

Credit Foto: Johnny Hostile