Interzona, Verona 5 giugno 2015 Thee Oh Sees  salgono sul palco del giardino, io facevo la volontaria all’entrata, arrivo poco dopo il loro inizio. Una figata totale! Primavera Sound 2016, Barcellona – Palco Primavera, sera inoltrata Thee Oh Sees salgono sul palco. Io in piedi sul prato. Una figata totale!

Adesso è uscito il loro nuovo disco, si chiamano Osees e la loro nuova perla è “Protean Threat”, che è bello vibrante e potente. Uscito per la CastleFace, il lavoro è come se ci parlasse, cercando di dire all’ascoltatore  “Svegliati! Non accontentarti di quello che ti dicono, sii curioso“. Tutti i pezzi sono veloci e sembrano essere tasselli di un puzzle: ad ogni traccia si aggiunge un tocco diverso e schizofrenico. La vena sperimentale è incredibile. Sono attivi dal 1997 e, tra vari cambi di formazione (John Dwyer è sempre al comando!) e di nome, questi eroi hanno realizzato ben 25 album (ultimi 3 solo nel 2020)! Instancabili e mai domi, sempre coinvolgenti, si confermano folli e davvero frizzanti.

“Scramble Suit II” e “Dreary Nonsense”fanno rizzare tutti i peli anche quelli dell’alluce: è una scarica di elettricità  assurda. “Upbeat Ritual” sembra avere un animo jazzy, la chitarra e le batterie suonano più armoniose. “Red Study” è più psichedelica e mi ricorda il   gruppo di Sean Lennon, quello con Les Claypool dei Primus, The Claypool Lennon Delirium. “Terminal Jape” è aggressiva, è distorta, è punk, è la mia preferita.

“Wing Run” è spaziale, un trip in cui le batterie avvolgono le tastiere, in un viaggio lungo diverse epoche: ci sono i nebulosi anni ’70, i brillantinati anni ’80 e anche i ruvidi anni ’90! “Said the Shovel” potrebbe stare bene in un filmpoliziesco, stile ‘Gli ultimi giorni del Condor’, un ritmo catchy. In “Mizmuth” sembra esserci lo zampino di Ty Segall, eclettica e  dagli effetti ipnotici.   Con “If I Had My Way” e “Toadstool” il basso e la chitarra se la giocano alla grande e quello che ne esce è una bomba per le orecchie.

“Gong of Catastrophe”, la canzone più lunga, sono gli strumenti a predominare sulla voce, a tal punto che sembra quasi una traccia strumentale, bella forte! Si passa a “Canopnr ’74” che è più rilassata, quella un po’ più “pop”, per poi finire all’ultima canzone, “Persuaders Up!”, un climax finale fatto da passaggi incredibili che ti entrano in testa scoppietando, portandoti in un universo parallelo.

Attenzione agli attacchi epilettici! Un album spumeggiante e carico di adrenalina. Speriamo di poterli vedere presto live e come dicono loro “Siate forti. Siate umani. Siate amore”.

Credit Foto: John Dwyer