Indigo De Souza, con l’incoraggiamento della madre, ha incominciato a fare musica all’età  di nove anni: il suo primo EP, “Boys”, è arrivato però solo nel 2016, seguito da un altro lavoro sulla breve distanza, “Don’t Cry Just Do”, l’anno successivo e dal primo album, “I Love My Mom” nel 2018: più recentemente è arrivata la firma con la prestigiosa Saddle Creek, che ha ripubblicato il suo debutto full-length e realizzato questo sophomore.

Questo nuovo disco, registrato al Betty’s, lo studio dei Silvan Esso, a Chapell Hill, North Carolina, è stato da lei stessa prodotto insieme a Brad Cook (Bon Iver, Waxahatchee) e parla di temi come relazioni difficili, morte e disperazione.

L’opening-track “17” non è certo il biglietto da visita che ci saremmo aspettati: seppure non manchi una certa sensibilità , l’uso del vocoder ci sembra piuttosto forzato e volutamente troppo pop e non ci convince. Man mano che prosegue, la traccia, però, cresce grazie all’ingresso di percussioni e a un saggio uso dei synth, che disegnano comunque belle parti melodiche.

In “Die/Cry”, invece, la musicista della North Carolina si sposta su territori indie-rock chitarristici ed energici caratterizzati da dolcezza, sentimenti (seppur cupi) e sincerità .

“Real Pain” inizia in maniera piuttosto tranquilla (salvo per l’energico drumming), ma dopo poco più di due minuti inizia a inserire “grida, urla e tutto il resto”, prese da frammenti audio inviati a Indigo su sua richiesta dai fan, che rendono drammatica e ancora più reale la canzone: il brano si chiude con energici riff di chitarra e piacevoli melodie, prendendo un’altra direzione che a questo punto era difficile aspettarsi.

Anche “Hold U” cammina su nuovi territori: senza perdere la sua sensibilità  pop, il pezzo vira verso un funk-pop divertente e dai toni frizzanti che invitano chi ascolta a ballare.

Impossibile poi non citare la conclusiva “Kill Me”, che parla di una relazione sentimentale che non funziona: impossibile resistere al suo slacker-rock che, con le sue morbide melodie, sembra essere una perfetta chiusura per questo disco.

Una seconda opera che spazia tra vari generi e mette in luce i sentimenti della giovane musicista statunitense, siamo convinti che questo “Any Shapes You Take” puo’ conquistare parecchie persone: Indigo De Souza è senza dubbio un’artista interessante e, secondo noi, la sua carriera le regalerà  parecchie soddisfazioni in futuro.

Credit Foto: Britni West