I Motorbike sono un quintetto statunitense di base a Cincinnati, nell’Ohio. Il gruppo, nato appena un anno fa, è capeggiato dal cantante gallese Jamie Morrison, al quale si affiancano i chitarristi Dakota Carlyle e Philip Valois, il bassista Jerome Westerkamp e il batterista Dylan McCartney.

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Il gruppo ci propone un garage rock molto grezzo ed energico caratterizzato da fortissime influenze punk e post-punk. Nonostante le premesse piuttosto “aggressive”, non c’è vera violenza sonora nella proposta musicale dei Motorbike. Morrison e compagni vanno sì a tutto gas, ma guidano con inaspettata grazia nel mezzo di un inferno rovente e polveroso fatto di chitarre distorte e ritmi martellanti.

I riff di Carlyle e Valois indicano la via. I due non si limitano a scaricare addosso agli ascoltatori tonnellate di power chords. Le sei corde vengono utilizzate con gusto e sapienza per costruire intricati intrecci sonori. Terreno fertile per le evoluzioni melodiche dei Motorbike, semplici ma dannatamente efficaci come ben ci dimostrano brani dal vago retrogusto power pop quali “Life Is Hell”, “Spring Grove” e “Motobike”.

La band americana ci incuriosisce con la sua strana e inaspettata raffinatezza che viene elaborata con cura, di canzone in canzone, tra i già citati abbellimenti melodici e qualche spruzzata di psichedelia sparsa qua e là (“Potential To Ride”, “The Language”). I Motorbike però sono bravi anche quando si tratta più semplicemente di andare dritti al sodo, ovvero al cuore di un garage punk ruvido e selvaggio dal sound ruggente (“True Method”, “Throttle”, “Off I Sped”, “Pressure Cooker”). Un gruppo da seguire con attenzione perché potrebbe riservarci qualche buona sorpresa in futuro.