Paul Hudson from United Kingdom, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Abituale Ferragosto alternativo al parco della musica di Padova, che bissa la data del 2022, allora in scena i Fontaines DC (se non ricordo male forse era esattamente il 16), anche quest’anno serata da legnate sui denti con l’accoppiata Amyl and the sniffers e Mini Skirt subito prima: non le mandano certo a dire urlandoti in faccia la sfrontatezza del punk melodico.

Poi Padova permette anche a chi ha scelto la classica settimana al mare, di essere raggiunta al volo, per una sera spezza relax, perché di relax, qui, ce n’è oggettivamente poco.

Siamo nel gradevole parco della musica, che, ogni estate, ospita decine di eventi, di tutti i generi, area concerti raccolta, assolutamente a portata di mano, per quella fase della carriera di un artista, che definirei “intermedia”, oggi siamo nell’ottica di un migliaio di paganti, così ad occhio.

I primi a salire sul palco sono i Mini Skirt, australiani, come chi li ospita del resto, arrivano esattamente dalla psichedelica Byron Bay, un tempo lido sugli scudi per la comunità hippie, tra surf e vita leggera ed oggi navigata meta turistica; nati, discograficamente, nel 2016, per gli amanti, sicuramente, dell’irruenza degli Idles, che per certi versi me li ricordano, soprattutto, nell’attitudine punk e nel tono vocale del leader Jacob Boylan assimilabile alle sfumature del timbro di Joe Talbot.

Set veloce e conciso che butta sul piatto alcune perle di un repertorio basato già su solide fondamenta e credo che, con un pizzico di fortuna, l’ensemble australiano potrebbe anche fare il salto, quanto prima, per una carriera da headliner.

L’overture di “Brigantine St”, “Give Up” o la stessa “Face of the future” sono ottimi biglietti da visita.

Amyl and the sniffers subito dopo, a fare da padroni di casa quindi, diciamolo subito, che Amy Taylor è il vero ago della bilancia, la risposta post-punk in versione femminile all’ondata di frontman, alfieri di un genere, che incomincia ad essere, facendo debite proporzioni, un caposaldo importante e non trascurabile anche dal punto di vista numerico, tra streaming e presenze ai concerti, del nuovo pubblico.

Forse gli sniffers, sono più semplici e meno cervellotici di alcuni colleghi, ma il paragone regge e nella scena ci stanno comodi, comodi.

Lei è veramente unica: schizzata, istrionica e schiacciasassi con una voce graffiante, tiene il palco come pochi altri e, al di là dei gusti, impossibile resisterle, fa praticamente il 70% dello show.

Suonano l’abituale carnet di brani, gli stessi che stanno portando in giro da un pò di tempo a questa parte, l’ultimo lavoro in cassaforte è addirittura del 2021, quel “Comfort me“, che ne ha decretato a forza di passaparola, un’ascesa considerevole, tanto da meritarsi, quindi, anche un tour europeo da headliner.

L’atmosfera è piacevole e la resa sonora direi sufficiente da rendere il concerto fruibile da qualsiasi posizione ci si metta.

Esibizione tutta d’un fiato, rigorosamente, come il dogma impone, senza bis, in ordine sparso, passano da “Muggot” a “Guide by Angels”, per “Hertz” (penultima se non sbaglio) ma soprattutto la mia preferita “Security”, sicuramente uno dei cavalli da battaglia di tutta la produzione, chiudono poco prima delle 23, dopo un’oretta tiratissima.

Fatte le doverose premesse, di cui sopra, il 15 di Agosto rimane, comunque, una data insolita per concerti, se non quelli, prettamente, organizzati in località turistiche, in ogni caso Padova ha risposto benissimo e, come dire, c’era sicuramente il pubblico delle grandi occasioni sebbene non su larga scala per mandare esaurito l’evento, ma appassionato e coinvolto, per qualcosa, rapportato al periodo, di realmente diverso dal solito.