Credit: Michele Brigante Sanseverino

Uno show visionario, che crea le proprie coordinate spazio-temporali, restando, però, allo stesso tempo, sorprendentemente connesso alla nostra Terra, al Cielo e al Mare, nonché in perfetta sintonia con la familiare e calorosa pietra bianca che dona corpo e bellezza alla piazzetta delle Monache, in Ruvo Di Puglia, dove si è esibita, ieri sera, Daniela Pes, in occasione della seconda serata del Talos Festival.

Il suo ultimo album, “Spira”, congiunge le anime perdute, lasciando, comunque, a ciascun ascoltatore presente, la possibilità di intraprendere il proprio viaggio onirico, di processare le proprie ansie e le proprie fobie, mentre la voce dell’artista sarda, tagliente e melodica, struggente e consolatoria, misteriosa e attraente, si trasforma nel punto luminoso nel quale tutte queste solitarie umanità andranno a convergere, creando una sensibilità unica, una coscienza unica, una memoria unica.

Perché i brani proposti da Daniela Pes hanno un legame forte con il remoto ed ancestrale passato della sua terra natia, sono intrisi di Mediterraneo, di sonorità e riti ancestrali, di atmosfere folkeggianti. Ma sono anche rivolti ad un futuro ignoto, hanno una potente e incisiva anima elettronica, una componente di matrice psichedelica, visionaria e fantasiosa, che getta il suo sguardo oltre questo arrabbiato, sanguinario e bellicoso presente, proponendoci una costruttiva e salvifica fuga in avanti.

Una fuga verso altre idee, altre emozioni, altri sentimenti, altri atteggiamenti, altri comportamenti, altre politiche; una fuga che sappia mescolare tradizione e innovazione, elementi naturali e artificiali, l’umanità del canto di Daniela Pes e le tecnologie hardware e software che ne amplificano il potere evocativo, consentendo, finalmente, alla Sirena di lasciare il suo ristretto e angusto scoglio in mezzo al mare. E così, artefice della sua narrazione, ella abbandonarà lo scaltro e infido Ulisse al suo egoistico e materialista compiacimento, donando la bellezza universale del suo suggestivo linguaggio – cosmico, armonioso ed universale – a tutte le creature che desiderano aprirsi al mondo, alle sue verità nascoste, al proprio prossimo, agli altri, all’arte, alla conoscenza senza alcun pregiudizio, alla bellezza svincolata dall’apparenza, alla musica, a chiunque desideri essere liberato dalle ossessioni rappresentate da quel minuscolo e inutile reame che è la nostra esistenza maniacale e frenetica, con il suo continuo affannarsi per rincorrere ricchezze, successo o potere, sprecando, di conseguenza, il nostro tempo, i nostri affetti, le nostre passioni e le nostre migliori possibilità ed energie.