“24/7” dei GusGus non è un disco vecchio, è semplicemente un disco di musica senza tempo. Uno di quei bei dischi di techno come si faceva una volta e come oggi purtroppo non si fa più, con synth che paiono scolpiti nel ghiaccio, bassi da lesioni interne e beats austeri e marziali ““ com’è giusto che sia. Dopo un paio di ascolti 24/7 è già  un classico, o forse lo è sempre stato e sempre lo sarà : la struggente “Add This Song” è da lacrime agli occhi con i suoi loop che riescono a scavarti nell’anima, “Bremen Cowboys” è il ritorno della trance sul luogo del delitto, “Thin Ice” è la quiete prima di una devastante tempesta, “Take Me Baby” salva Jimi Tenor dai deliri afrofunk nei quali si è perso da ormai troppo tempo e lo riporta ai fasti di un tempo (anche se solo per quattro minuti circa).

Il resto è la dimostrazione che la classe non è acqua e che “24/7” è quasi un ideale tributo al grande ed importante lavoro che gli islandesi GusGus hanno fatto nel corso degli anni. Gente che ci ha sempre creduto e ci crede come allora, che ha portato avanti un certo tipo di discorso con grande coerenza e che continua a portarlo avanti, incurante del trascorrere del tempo e del modificarsi delle cose e delle persone. Eppure in tanti tendono a sottovalutare.

Un disco del genere sarebbe potuto uscire indifferentemente nel 1996, nel 1999 oppure nel 2012 e nessuno avrebbe avuto nulla da ridire sulla sua bellezza e sulla sua perfezione. Eppure esce nel 2009 e nonostante tutto il carico di pathos che si porta appresso viene sistematicamente snobbato/stroncato dai soliti cacciatori di trend – gli stessi che nel corso degli anni come se nulla fosse si sono strappati i capelli (nell’ordine:) per jungle, drum’n’bass, big beat, 2 step, electroclash, rocky house e fidget, dimenticando improvvisamente ciò che avevano ascoltato fino all’anno prima, sempre in cerca dell’ennesima novità  (che poi gira e rigira è sempre un revival/risciacquatura di piatti) buona per renderli del tutto conformi alla massa.

Peccato per loro, non sanno cosa si perdono (ma tanto se lo sarebbero perso pure nel 1996, nel 1999 oppure nel 2012, quindi non fanno testo e “24/7” resta un grandissimo disco a prescindere dal loro gradimento).

Cover Album

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24/7
[ Kompakt – 2009 ]
Similar Artist: Underworld, le pasticche dell’annata 1996, Orb, LFO
Rating:
1. Thin Ice
2. Hateful
3. On The Job
4. Take Me Baby
5. Bremen Cowboy
6. Add This Song