Ho ascoltato la title-track per la prima volta ad un’ospitata al Letterman Show e sono rimasto colpito subito dopo poche note dall’energia del pezzo e dei cori, motore portante di tutto “Brill Bruisers”. Un singolone alla maniera dei The Shins o forse proprio in perfetto stile New Pornographers, una super party band (così definita dal boss Carl Newman) che fa buoni dischi, l’intenzione di base comune in tutti i lavori che in “Brill Bruisers” emerge ancora di più.

L’intero disco suona molto anni ’80 se consideriamo l’intenzione di suonare brani upbeat, veloci e scintillanti, “War on the East Coast” ne è l’emblema, pezzo accattivante, rabbioso e graffiante. Scorrendo i brani, sembra di risentire i primi Manic, il power-pop di Blondie, insomma un pop dove chitarre e batterie ci danno dentro di brutto.
Ovviamente non manca la componente del ormai riconoscibilissimo sound canadese. Lampi di Arcade Fire e Broken Social Scene sono sparsi qua e la nell’intero disco. La scena indie-rock che ancor’oggi ci entusiasma è facilmente riconoscibile in brani super come “Fantasy Fools” e “Marching Orders”. Potrei citarli tutti i brani, adoro “Wide Eyes”, perchè ognuno ha qualcosa che ti colpisce con melodie e strutture che ti prendono. Un disco che con più ascolti resta piacevole e non stancante.

Forse lavorare “da lontano” aiuta. Si perchè “Brill Bruisers” si presenta senza pretese come un disco che va preso così com’è, sfacciato, con un’energia penetrante. Un vigore che ti resta. Un disco che può farti risalire la china. Una scrittura incurante del tempo che passa, che colpisce e affonda quella parte di noi che vuol essere teen per sempre. L’indiscussa abilità  tecnica e il talento compositivo dei New Pornographers permettono alla band di giocare con le nostre orecchie a piacimento lasciandoci immaginare fuochi d’artificio, colori sgargianti così come li troviamo nella simpatica copertina.
Mettiamola così ognuno preoccupato a cercare la propria strada musicale quando si tratta di mettere mano ai rispettivi lavori solisti, (lo stesso Newman, Neko Case, John Collins) una totale spensieratezza quando si tratta di fare dischi come New Pornographers.
Il segreto forse sta proprio in questo tipo di distacco della band.

Peccato per le ultime due tracce un po’ bruttine e la notizia dell’abbandono della nave da parte del batterista Kurt Dahle.