Poche band al mondo possono permettersi di portare in tour un album di b-sides e sonorizzazioni per kermesse teatrali e film pubblicato ben quattro anni fa. Tra queste ci sono i Notwist.

Con trent’anni di carriera alle spalle la band dei fratelli Acher si rimette in gioco proponendo per la prima volta al di fuori dai confini nazionali il loro esperimento “The Messier Objects”, disco ispirato dalla catalogazione dei 110 corpi celesti ad opera dell’astronomo francese Charles Messier.

Noi assistiamo alla prima delle due date romane (entrambe sold out!) ospitate dallo Spazio Diamante, deliziosa location del quartiere Pigneto. La serata è uggiosa, ad attenderci alla porta c’è il gentilissimo e simpaticissimo Michael Acher intento a smanettare col suo smartphone, con cui scambiamo qualche battuta. Guadagnato l’ingresso ci si catapulta nel paradiso dei musicisti: il set è allestito con la strumentazione più disparata, dal vibrafono alle trombe, passando per organi e kit di drum machine fantascientifici.

Alle 21.45 i Notwist si palesano sul placo, Markus prende parola, ringrazia i presenti ribadendo l’eccezionalità  dell’evento a cui sarà  dedicata un’ora di live, seguita dalla riproposizione di alcuni classici della band. Pronti via ed ha inizio la magia! Markus sembra essere posseduto dalla chitarra, Andi picchia la batteria come un ossesso, free jazz e sperimentazione si fondono in melodie ipnotiche e dettano la cifra stilistica di una band che ha saputo evolversi senza rimanere prigioniera di quei grandi pezzi con cui siamo cresciuti. Tutti suonano tutto (e di tutto) mentre alle loro spalle scorrono i visuals curati per l’occasione dall’amico Anton Kaun. è uno spettacolo vederli all’opera: l’affiatamento tra loro è totale, sguardi complici e continue risate contagiano tutti”… e poi assistere a Markus che tra una schitarrata e l’altra fa risuonare su un vecchio giradischi alcuni vinili della sua collezione non ha prezzo!

L’effetto trance dura un’ora abbondante, dopodichè come promesso arriva il momento delle hit, si leva un muro di schermi di cellulari pronti a immortalare “Kong”, “Pick Up The Phone”, “One With The Freaks” e “Gravity”. Lo starnuto di Markus sul ritornello di “Consequence” ci regala l’ennesimo grande sorriso di una serata bellissima.

Credit Foto: Daniele Cardarelli