Credit: Saul Torres (CC BY-SA 2.0)

Gli A Place To Bury Strangers tornano in Italia per una serie di date che, oltre a Milano, Bologna e Roma, questa volta arriva anche in Sicilia con ben due concerti, ai Candelai di Palermo e al Retronoveau di Messina.

La band più rumorosa di NYC, ora formata da Oliver Ackermann (voce, chitarra) e dai coniugi John (basso) e Sandra Fedowitz (batteria), ha pubblicato il suo sesto LP, “See Through You” a febbraio 2022 per la Dedstrange, l’etichetta di loro proprietà, ma in questi ultimi mesi ha realizzato anche una manciata di singoli in vinile 7″ e sicuramente stasera ci darà qualche assaggio anche da quelli.

Oggi ci troviamo al Covo Club di Bologna: l’evento, organizzato dal Freakout Club, è stato programmato nello storico locale di viale Zagabria in previsione delle numerose richieste che sarebbero potute arrivare dai loro fan. Ancora una volta Gianluca Cerri, Daniele Lipparini e soci ci hanno visto bene e sono stati premiati con un sold out che è arrivato proprio nella giornata di oggi.

In apertura ci sono i Maquina, un interessante gruppo di stanza a Lisbona, che ha pubblicato proprio la settimana scorsa il suo secondo full-length, realizzato per la prestigiosa Fuzz Club Records.

Il pur giovane trio lusitano, nei quaranta minuti abbondanti a sua disposizione, non sfigura e sembra un opening act perfetto per gli A Place To Bury Strangers: decisamente rumorosi, senza risparmiare energia alcuna, i portoghesi costruiscono con grande coraggio un mix tra noise-rock e tendenze dancey e krautrock sporche e parecchio eccitanti. Assolutamente da seguire.

Quando mancano circa dieci minuti alle undici ecco finalmente in campo Oliver e soci per quello che ovviamente è il piatto forte della serata: ad aprire la serata è “Dedstrange”, estratto proprio dal loro sophomore “Exploding Head”, uscito nel 2009. Subito ci tuffiamo nel loro mondo di distorsioni, di rumore assoluto e di totale follia, mentre Ackermann gioca con la sua chitarra e ovviamente con le sue pedaliere che lui stesso costruisce da oltre vent’anni nella sua piccolissima, ma assai stimata ditta a Brooklyn, la Death By Audio.

Poco più avanti ecco “Hold On Tight” dal loro lavoro più recente: vorticosa, noisy, punky, piena di grinta e adrenalina e ovviamente di effetti, ma senza dimenticare un gradito spazio per la melodia che, in mezzo a quel rumore, è davvero manna dal cielo.

Non manca il recentissimo singolo “Change Your God”, cattivo, cupo rumoroso e pieno di effetti, ma allo stesso tempo capace di lasciare spazio a qualche sensazione melodica di uscire.

Anche “Dragged In A Hole”, secondo e ultimo estratto da “See Through You” stasera, è incredibilmente rumoroso e non meno distruttivo con i suoi suoni ipnotizzanti della folle chitarra di Ackermann, mentre il drumming di Sandra sembra voler spazzare via tutto con la sua inarrestabile potenza.

La band poi scende tra il pubblico per una jam noisy quanto elettrica, mesmerizzante quanto colorata e luminosa, dove, per circa un quarto d’ora, la band di NYC riesce a costruire qualsiasi tipo di suono nel delirio più totale: un lungo momento totalizzante che aggiunge ulteriore adrenalina a un concerto già superenergetico.

“I Lived My Life To Stand In The Shadow Of Your Heart” continua a crescere fino a quando il suo rumore non diventa devastante, mentre nella conclusiva “Have You Ever Been In Love” grida ed effetti aggiungono un suono tribale al brano e intanto Oliver prende in mano una delle casse del palco, mentre suona la sua chitarra.

Settanta minuti di immenso rumore e lucida follia che hanno dato al pubblico emiliano momenti di totale esaltazione: un’esperienza unica e pazzesca.