Lavoro pregevole e certosino quello degli Activity e del produttore Jeff Berner (Psychic TV) che in “A Thousand Years In Another Way” manipolano il materiale sonoro, lo scompongono e lo ricompongono costruendo ogni brano da frammenti, tracce vocali, sample, impressioni e emozioni catturate giusto un attimo prima di diventare insostenibili e travolgenti.

Travis Johnson, Jess Rees, Bri DiGioia e Steven Levine regalano un altro album di forte impatto dopo “Unmask Whoever” e “Spirit In The Room”. Sembrano sempre in fuga e in cerca di qualcosa con quel groove teso, nervoso che si crea tra chitarre, basso, tastiere e batteria, melodie a volte lineari come quelle del singolo “In Another Way” o “Heavy Breathing” altre frammentate e distorte.
Armonie imprevedibili e ipnotiche (“A Piece of Mirror”) minimaliste e ritmate (“We Go Where We’re Not Wanted”) che diventano delicate poi minacciose durante “Your Dream” con un inizio suadente e un finale esplosivo. Disarmanti ballate come “Good Memory” e “Her Alphabet” bilanciano in modo perfetto il sound potente di “Scissors” e “I Came Here to Harm You” vero viaggio nel lato oscuro.
Il fiore in copertina con i suoi mille petali è l’immagine giusta per descrivere un disco fatto di contrasti spesso violenti ma sempre affascinanti, come dimostra anche “A Beast” ispirata a “Meridiano Di Sangue” di Cormac McCarthy e dall’apocalittico “Libro della Rivelazione” del Nuovo Testamento. Mettono in scena l’eterna lotta tra bene e male gli Activity e lo fanno con bruciante eleganza d’altri tempi.