10. LANA DEL REY
Did You Know That There’s a Tunnel Under Ocean Blvd
[ Universal Music ]
La nostra recensione

Non esiste una classifica di fine anno senza Lana Del Rey. Il suo nono album -dal titolo lunghissimo- seppur privo di particolari elementi innovativi, riesce a regalare perle di eleganza e raffinatezza per produzione e scrittura. Punto di forza indiscutibile sono i feat: Jon Batiste, SYML, Bleachers, Father John Misty, Tommy Genesis, tutte collaborazioni coraggiose che impreziosiscono il risultato finale.

9. OVERMONO
Good Lies
[ XL Recordings ]

“Good Lies” è l’album d’esordio dei fratelli Russel, in arte Overmono. Dopo un tour che li ha visti protagonisti in tutti i palchi del mondo, dal Coachella ai club nelle capitali Europee, gli Overmono sembrano aver assorbito e assimilato la formula vincente della nuova corrente easy-elettronica. 13 tracce confezionate ad hoc per una resa immediata, una dance ballabile che richiama gli echi di Bicep.

8. FEVER RAY
Radical Romantics
[Rabid Records]
La nostra recensione

“Radical Romantics”, terzo album solista di Fever Ray, è un’ennesima dimostrazione della sua musicalità eclettica. La criptica artista svedese, già vincitrice di Grammy Awards con i “The Knife (suo gruppo precedente), ritorna con un electropop studiato e dosato alla perfezione, in supporto al suo stile vocale imprevedibile, tipicamente nordeuropeo. La resa live di “Radical Romantics” aiuta a confermare, ancor di più, quanto sia necessario inserire Fever Ray in questa classifica.

7. ROMY
Mid Air
[ Young ]
La nostra recensione

Dopo innumerevoli feat e svariati anni di preparazione, Romy ha rilasciato il suo primo album solista: “Mid Air”. L’ex XX ci trascina in un mood malinconico e innamorato, a tratti puramente nostalgico. Il risultato finale è un album dance che sembra pescare dagli primi anni duemila, grazie anche alla coproduzione di Fred Again, con alcuni singoli particolarmente riusciti pronti a diventare delle “classic hit”.

6. STUDIO MURENA
WadiruM
[ Universal Music ]
La nostra recensione

Il 2023 è stato un anno particolarmente positivo per i progetti italiani: Daniela PES, Colapesce Dimartino, Lucio Corsi, Rares e tanti interessanti ritorni, Calcutta e Baustelle su tutti. Gli Studio Murena, a tratti inaspettatamente, emergono in questa battaglia nazionale e si riprendono la scena con un secondo album a dir poco spiazzante. “WadiruM” è aggressivo, dirompente, non immediato, ma suonato a regola d’arte. Impossibile incasellarlo in un unico genere musicale, ogni brano nasconde spunti o sonorità particolari da scoprire.

5. LIL YACHTY
Let’s Start Here.
[ UMG Recordings ]

il 2023 è stato l’anno della consacrazione per Lil Yatchy. Il rapper statunitense, cresciuto sotto l’ala di Drake, disorienta tutti con il suo quinto album. “Let’s Start Here.” è il titolo dell’album che riassume perfettamente la rottura con il suo precedente percorso artistico. Non è un album trap, non è un album da hit di TikTok ma il flow di Lil Yatchy si accompagna a sonorità funk, pysichedeliche, rock, che ricordano Tame Impala, MGMT. Lil Yatchy si sposta dalla sua solita comfort zone e riesce a risultare pienamente credibile.

4. SUFJAN STEVENS
Javelin
[ Ashmatic Kitty Records ]
La nostra recensione

L’album dedicato al compagno scomparso e la notizia della malattia autoimmune, che ha colpito Sufjan Stevens, delineano i contorni di un periodo sicuramente difficile da interiorizzare per l’artista di Detroit. “Javelin” è una risposta, un regalo a tutti i fan, un album perfetto per tutte le fredde serate di questo periodo invernale. Sufjan Stevens indossa nuovamente i panni del cantautore, dopo anni di particolari progetti prettamente strumentali. “Javelin” è un album delicato e intenso. Chitarre arpeggiate, code infinite, tutto sembra riportare all’esordio di 8 anni fa, quando ci innamoravamo della fragilità di “Carrie & Lowell”.

3. YVES TUMOR
Praise a Lord Who Chews but Which Does Not Consume; (Or Simply, Hot Between Worlds)
[ Warp Records ]
La nostra recensione

Tutti gli album di Yves Tumor scuotono inevitabilmente le classifiche di fine anno. Da sempre, Yves Tumor, trova più consensi nella critica rispetto al riscontro effettivo dei fan. Quest’ ultimo lavoro ci consegna il lato più rock, più punk ed ancora una volta risulta decisamente godibile. Ottima produzione, basi distorte, voce accattivante, il cocktail di suoni è sempre perfetto. Mancano, come al solito, delle hit-da-stadio, ma Yves Tumor conferma ancora una volta di essere uno degli artisti più interessanti dei nostri tempi.

2. NONAME
Sundial
[ AWAL Recordings America ]

Noname è un’artista che utilizza la musica come necessario mezzo di espressione. Dopo aver aperto circoli di lettura, biblioteche ed essersi inserita in attività politiche, tra Los Angeles e Chicago, ritorna dietro il microfono con il suo secondo album. “Sundial” è un album che abbina un sound quasi jazz a delle lyrics pungenti. Noname mette in discussione tutta la società attuale, con una vena di pessimismo e sete di rivalsa che coinvolge tutti, ma proprio tutti, finanche gli intoccabili Beyoncè, Jay-z e Kendrick Lamar.

1. BLUR
The Ballad of Darren
[ Warner Music Group ]
La nostra recensione

Rispolverate i vecchi berretti ed i costumi da cartone di latte per il magico ritorno dei Blur. In “The Ballad of Darren” ritroviamo i Blur più puri, essenziali, come vorremmo sentirli sempre. Questo disco rappresenta una delle operazioni comeback più riuscite degli ultimi anni. Sarà che l’atmosfera natalizia ci rende più sensibili ma, l’immagine di Damon Albarn in lacrime davanti a 90.000 persone a Wembley, durante il tour di questo album, può essere la perfetta fotografia musicale di questo 2023.