20. APPINO
Humanize
[ Woodworm ]
La nostra recensione

Appino trasformista, polemico, ammalato di vita, curioso di sé e degli altri che dà il meglio in lunghe riflessioni intense come “Metti Questa Al Mio Funerale”, “Creatura” (bella prova vocale) e “Ora” (bel testo e arrangiamento avventuroso). Coraggioso e rischioso architettare un concept album del genere al giorno d’oggi e il musicista toscano ne era ben consapevole. “Humanize” è il suo nuovo testamento, non solo personale ma collettivo, un viaggio senza rete con la musica al centro.
(Valentina Natale)

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19. MARTA TENAGLIA
After Verecondia
[ Costello ]
La nostra recensione

La sua è musica che colpisce e parla chiaro cercando di venire a patti con quella sensazione di inadeguatezza e vergogna evocata nel titolo, che spesso spinge al silenzio, a rinunce, fino all’autocensura. Toni taglienti ed elettronici, R&B, beat avvolgenti, che come ammesso da lei stessa cercano di allontanarsi dal concetto di bello inteso come armonico e gradevole. 
(Valentina Natale)

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18. BUD SPENCER BLUES EXPLOSION
Next Big Niente
[ La Tempesta ]
La nostra recensione

Il nuovo disco dei Bud Spencer Blues Explosion vira, intanto, verso un’odissea di rock avanguardista, non dimenticando le sue energiche e nevrotiche origini noise-rock, ma lasciando che i profumi di terre lontane, di narrazioni mitiche, di filosofie dimenticate, di civiltà antiche, di atmosfere tribali ed orientali e di riti, che affondano le loro radici nel passato più remoto e misterioso dell’umanità, si diffondano, liberamente – senza alcun limite o confine, né spaziale, né temporale – tra i dieci brani che costituiscono questo album. 
(Michele Brigante Sanseverino)

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17. BACHI DI PIETRA
Accetta & Continua
[ Garrincha ]
La nostra recensione

Non ci serve un altro Mussolini, né altri esempi di disumanità tirati fuori dalle pagine peggiori del secolo scorso, così come non ci servono capitani, avvocati populisti, sceriffi-macchietta, despoti a buon mercato o gli ultimi salvatori e le ultime salvatrici di una patria narcotizzata e dopata, ma ci servono le idee, le scelte, gli scatti di rivalsa, gli atteggiamenti, le riflessioni, i comportamenti, quella bellezza che non teme il tempo, che il vento metallico, rumoroso e blueseggiante dei Bachi Da Pietra conduce nelle nostre piccole vite periferiche. O abbiamo già dimenticato ciò che è accaduto e continua ad accadere in tanti luoghi del mondo?  
(Michele Brigante Sanseverino)

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16. EMMA TRICCA
Aspirin Sun
[ Bella Union ]
La nostra recensione

Un album che si snoda verso una coralità da un nucleo di una band risolta al minimo, che lascia la traccia di ispirazione folk seventies per aprirsi verso territori liberi e affascinanti, come se ci fosse ancora spazio ed autenticità in semplici e magiche escursioni in una musica che da decenni ci appartiene.
(Gianni Merlin)

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15. CAPITANO MERLETTI
Medusa
[ Beautiful Losers ]
La nostra recensione

Un doppio album tra psichedelia e folk, un universo sonoro ricco d’influenze e di vivacità quello creato da Alessandro Antonel in arte Capitano Merletti che tratteggia atmosfere dolci e rumorose in una godibilissima cavalcata che ha il merito di non prestare attenzione alle mode, di esistere a se stante senza porsi limiti di tempo e spazio in ventuno brani malinconici, eleganti, dalla forte personalità. 
(Valentina Natale)

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14. GUE’
Madreperla
[ Island ]

Il Guè in coppia con il mitico Bassi Maestro tira fuori un disco che se fosse uscito nei 90’s non avrebbe niente da invidiare ai mostri sacri di West ed East Coast. Gli amanti della trap stiano alla larga.
(Davide Campione)

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13. CALCUTTA
Relax
[ Bomba Dischi ]
La nostra recensione

Qualcuno storcerà il naso, ma quello realizzato da Edoardo D’Erme – in arte Calcutta – è uno dei lavori più godibili della musica italica dell’ultimo quinquennio. Ritornelli Battistiani e tastiere-killer non lasciano alcuno scampo all’ascoltatore. Certo, forse nei testi manca un pò di quella poetica da provincia che tanto aveva affascinato – pubblico e critica – nei dischi precedenti, ma si tratta di un mero dettaglio rispetto alla solennità di un album che veleggia imperterrito verso direzioni ultra-pop, ma non per questo meno poetiche.
(Francesco De Salvin)

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12. LUCIO CORSI
La Gente Che Sogna
[ Sugar ]
La nostra recensione

“La Gente Che Sogna”, e anche Lucio Corsi continua a farlo. Nel suo nuovo disco, c’è tutta la summa di questo fenomenale cantautore. Un mix di generi diversi, da quelli italiani a quelli internazionali, che vengono catapultati facilmente in ogni brano che produce. Questa terra non è fatta per Lucio Corsi, perché lui è un alieno e continua a viaggiare nello spazio più profondo alla velocità della luce.
(Lucagian)

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11. EMIDIO CLEMENTI & CORRADO NUCCINI
Motel Chronicles
[ 42 Records ]
La nostra recensione

Silenziose stanze d’albergo, canali televisivi abitati solamente da tele-predicatori paranoici, ostinati ed antichi pregiudizi razziali, uomini d’affari senza scrupoli, finti eroi che esibiscono le loro bottiglie di bourbon, sovvertivi e rivoluzionari echi jazzistici, notti fatte di proiettili e di sirene, immense distese d’asfalto, apparentemente immobili e tranquille, ma, in realtà, causa paradossale di morte per creature inconsapevoli ed innocenti, dodici episodi musicali intrisi di elementi elettronici, di trame lunatiche, di atmosfere post-rock che oscillano tra il presente e il passato, tra ricordi reali e quelle che, invece, sono soltanto delle assurde e maniacali fantasie, percorrendo, nel frattempo, senza alcuna pretesa, né di salvezza, né di redenzione, le strade dell’America più viscerale, più torbida, più autentica, più vera. 

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10. NON VOGLIO CHE CLARA
Mackaye
[ Dischi Sotterranei ]
La nostra recensione

I Non Voglio Che Clara realizzano un sesto album che recupera umori e sensazioni della loro adolescenza, tra riferimenti musicali orgogliosamente esibiti e citati con gusto. Dieci brani intensi, a volte nostalgici ma mai veramente retrò, che guardano indietro per guardare avanti. Lucido, umano, hardcore nei sentimenti non certo nei toni, “Mackaye” è la fotografia musicale di  un gruppo che sa raccontare la vita senza filtri.
(Valentina Natale)

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9. STUDIO MURENA
WadiruM
[ Universal Music ]
La nostra recensione

Il 2023 è stato un anno particolarmente positivo per i progetti italiani: Daniela PES, Colapesce Dimartino, Lucio Corsi, Rares e tanti interessanti ritorni, Calcutta e Baustelle su tutti. Gli Studio Murena, a tratti inaspettatamente, vincono questa battaglia nazionale e si riprendono la scena con un secondo album a dir poco spiazzante. “WadiruM” è aggressivo, dirompente, non immediato, ma suonato a regola d’arte. Impossibile incasellarlo in un unico genere musicale, ogni brano nasconde spunti o sonorità particolari da scoprire.
(Giuseppe Gualtieri)

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8. MASSIMO SILVERIO
Hrudja
[ Okum ]
La nostra recensione

Massimo Silverio commuove l’ascoltatore e convince come artista compiuto, maturo, paziente, capace di lavorare un decennio su una canzone, come racconta. E riempirla di diversi strati: la poesia, l’osservazione di ciò che è fuori e dentro di lui, l’ascolto e la trasposizione della grande musica altrui. Fino alla catarsi che questo disco, il suo primo LP, rappresenta per lui e che, se c’è un Dio della musica non potrà che riconoscergli gli onori e il rispetto che merita.
(Giovanni Davoli)

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7. IOSONOUNCANE
Qui noi cadiamo verso il fondo gelido
[ RCA / Tanca Records ]
La nostra recensione

E’ un live, ma zeppo di inediti e non poteva non entrare nei piani alti della classifica. “IRA” vi era piaciuto ma lo trovavate troppo lungo e dispersivo? Iosonouncane rilancia con due ore di registrazioni live, in parte improvvisate, in cui se non vi è finalmente chiara la sua grandezza, se non siete completamente presi, allora è inutile che ne parliamo. Con Iosonouncane l’Italia torna a produrre, nel campo della musica d’autore, qualcosa che rimarrà rilevante negli anni a venire anche fuori dai confini nazionali.
(Giovanni Davoli)

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6. BAUSTELLE
Elvis
[ BMG Italy ]
La nostra recensione

Anche i gruppi fanno il rebrand. In questo caso i Baustelle hanno proprio cambiato tutto (dalla formazione live fino al management e via dicendo) per sfornare questo album-tributo in onore di “Elvis”. Il risultato? Forse uno dei loro lavori più interessanti degli ultimi tempi, con una grandissima apertura a generi non ancora esplorati e la voglia di essere perdutamente superstar. Per sempre.
(Lucagian)

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5. COLAPESCE & DIMARTINO
Lux Eterna Beach
[ Numero Uno / Sony Music ]
La nostra recensione

Colapesce e Dimartino sono i nostri Simon & Garfunkel, ma trasportati nel nuovo millennio e riempiti come se fossero un unico calderone di tanti stili diversi. La loro collaborazione, che purtroppo ora va in pausa, è risultata essere perfetta anche per questo nuovo disco. L’esistenzialismo, la satira, Ivan Graziani e Joan Thiele sono solo alcuni dei temi e personaggi (vivi o morti che sia) che fanno da corollario a questo bellissimo e dolorosissimo album. Momento epico, fuori tema per questa classifica: la Michielin.
(Lucagian)

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4. KARMA
K3
[ Vrec ]
La nostra recensione

Ormai ci avevamo messo una pietra sopra. Erano passati 27 anni dal secondo disco dei Karma (“Astronotus”) e la band milanese quella stessa pietra l’ha messa sulla copertina del terzo e convincente album, “K3”, come una nuova vetta da scalare, una nuova sfida.
Il repertorio musicale è un consolidato desert rock, psichedelico e progressivo, cantato in italiano con liriche intelligenti, sospese tra il viaggio introspettivo dei delicati rapporti umani, la conflittuale relazione tra uomo e natura, tra terra e cielo, il giorno e la notte. Quanto basta per chiudere gli occhi ascoltando questo album che sembra più breve dei 54 minuti, splittato su 2 vinili.

Intenso.
(Bruno De Rivo)

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3. UMBERTO MARIA GIARDINI
Mondo e Antimondo
[ La Tempesta ]
La nostra recensione

Umberto Maria Giardini ci regala un nuovo grande album che lo presenta ancora ispiratissimo, liricamente complesso come al suo solito ma che riesce ad agganciare l’ascoltatore con giochi melodici riuscitissimi e arrangiamenti perfetti, uno dei migliori album dell’anno irrinunciabile e imperdibile.
(Fabrizio Siliquini)

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2. MARTA DEL GRANDI
Selva
[ Fire Records ]
La nostra recensione

Una delle cantautrici più europee tra le italiane per formazione e indole, Marta Del Grandi s’incammina in una “Selva” dal sound ricercato, ricca di riferimenti sonori. Folk, art – pop, elettronica si susseguono trovando sempre nuovi modi per dialogare tra loro in un disco affascinante e ben curato dal punto di vista vocale e strumentale.
(Valentina Natale)

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1. DANIELA PES
Spira
[ Tanca ]
La nostra recensione

Un disco mistico, a tratti esoterico, che parte dalle radici folk e jazz contaminandole con l’elettronica, i beat furiosi e sincopati. Sette tracce molto particolari e di gran classe quelle prodotte da Iosonouncane dove alla ricerca musicale si unisce quella linguistica con Daniela Pes che crea il suo linguaggio personalissimo e privato fatto di antiche parole sarde e altre inventate con originalità e passione.
(Valentina Natale)

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