20. THANKSGIVING
di Eli Roth

Il caro e vecchio slasher made USA con critica sociale a supporto. Nato da una vecchia idea di un fake trailer inserito nel film Grindhouse, Roth non disattende le attese e regala agli spettatori lo splatter per il quale hanno pagato il biglietto. Probabile sia l’inizio di una saga prolifica. Nella top 20 perchè lo splatter è sempre ben voluto.
(Valerio Lupi)

19. AIR – A STORY OF GREATNESS
di Ben Affleck
La nostra recensione

Il divo americano, sempre troppo sottovalutato come regista, mette in scena la celebre operazione con la quale una non ancora gigantesca Nike convince Michael Jordan a firmare per una linea di scarpe; gran ritmo, grandi costumi e dialoghi semplici ma iconici.
(MC)

18. ARE YOU THERE GOD? IT’S ME, MARGARET
di Kelly Fremon Craig
La nostra recensione

Dolcissimo coming of age tutto al femminile, nel quale la giovane protagonista, contesa religiosamente tra la frangia ebrea e quella cattolica della famiglia, sceglierà un dio indefinito come confidente interiore cui indirizzare sfoghi e divertenti supplich,  come quella di farle crescere il seno o di farle arrivare le mestruazioni; ci si commuove, ma si ride anche di gusto.
(MC)

17. GUY RITCHIE’S THE COVENANT
di Guy Ritchie
La nostra recensione

Grande prova di carattere bellico e action da parte dell’iconico regista inglese che gestisce la sua incursione nei generi con ritmo e personalità.
(MC)

16. PALAZZINA LAF
di Michele Riondino

Il grande cinema di denuncia italiano non è lontano. Riondino ci regala una storia importante ed un’interpretazione da premio. Pesca in quell’immenso buco nero sociale che tutto inghiotte chiamato Ilva. Una vicenda prima di quelle piu’ note, una storia di mobbing, di inibizione al lavoro, di miserie umane. Nella top 20 perchè la dignità nel lavoro è sacrosanta.
(Valerio Lupi)

15. L’APPUNTAMENTO
di Teona Strugar Mitevska

Questo film vuole essere i film poser da radical chic milanese. Eppure è proprio bello. “L’Appuntamento” è un film bosniaco, uscito l’anno scorso ma distribuito solo quest’anno nelle nostre sale. Racconta i dolori e le conseguenze delle guerre jugoslave e quanto il rancore che si prova per gli atroci crimini di guerra possa essere ancora e ancora vivo nelle persone che di quegli orrori ne sono stati testimoni. Recuperatelo, una bellissima lezione d’umanità.
(Lucagian)

14. KNOCK AT THE CABIN
di M. Night Shyamalan
La nostra recensione

 Il ritorno a un egregio stato di forma per il regista di origini indiane, assolutamente a suo agio alla regia di uno spiazzante film post-apocalittico girato da una prospettiva inedita.
(MC)

13. IL SOL DELL’AVVENIRE
di Nanni Moretti
La nostra recensione

Eccoci di nuovo con un grande film di Moretti. Non è un suo testamento, è il suo omaggio spassionato al mondo del cinema. Il suo mondo del cinema. Ai suoi amici, ai suoi colleghi e ai suoi maestri che lo hanno influenzato. “Il Sol Dell’Avvenire” è un miraggio del cinema italiano, una visione che prima o poi si realizzerà a pieno. Di nuovo. E infatti ora inizia la carrellata di grandi pellicole nazionali.
(Lucagian)

12. BARBIE
di Greta Gerwig
La nostra recensione

Ci sono film che lanciano mode e altri che riescono ad effettuare una fotografia perfetta della società del tempo. Nel primo caso parliamo di Cult movie, nel secondo di Instant movie. Non sappiamo ancora di quale squadra faccia parte “Barbie”, ma sappiamo però che nella sua semplicità la Gerwig ha creato un FIPI – film di intrattenimento politicamente impegnato. Una nuova categoria cinematografica molto sviluppata negli ultimi anni a cominciare da “Parasite”. Nella top 20 per novità.
(Valerio Lupi)

11. ARMAGEDDON TIME
di James Gray
La nostra recensione

Magistralmente interpretato da attori del calibro di Antony Hopkins, Anne Hathaway e Jeremy Strong, nonché dal giovane e bravissimo, Banks Repeta, si tratta di un coming of age ambientato all’alba dagli anni ’80 e segnato dalla scoperta delle zone d’ombra della società americana da parte del suo ingenuo protagonista.  
(MC)

10. DOGMAN
di Luc Besson
La nostra recensione

Luc Besson torna nel mondo a lui piu’ vicino. L’oceano nel quale nuotano reietti, persone vessate, gang vessanti, cani pensanti, supercannoni esplodenti, non è altro che il Besson World che abbiamo imparato a conoscere con Nikita e Leon. Nella top 10 di diritto.
(Valerio Lupi)

9. ANATOMIA DI UNA CADUTA
di Justine Triet
La nostra recensione

Questo lungometraggio è un crescendo di ansia e di terrore. Non è solo una caduta che si vede nel film, ma è anche una metafora della caduta della nostra civiltà umana. In un baratro buio e molto profondo. Lo spettatore non riuscirà minimamente a staccarsi dalla poltrona. Ci resterà aggrappato fino alla fine. Come la protagonista alla sua vita.
(Lucagian)

8. C’E’ ANCORA DOMANI
di Paola Cortellesi
La nostra recensione

E sempre sulla scia del grande cinema italiano che quest’anno ha sbancato, non poteva meritarsi il secondo posto questo primo progetto da regista di Paola Cortellesi. C’è poco da dire. Un capolavoro su tutti i fronti, senza pecche. Senza ma e senza se. Se tutti gli attori, alla loro prima opera, ci proponessero un progetto del genere allora vivremmo tutti in una società più acculturata.
(Lucagian)

7. THE OLD OAK
di Ken Loach
La nostra recensione

L’ultimo (o forse no) struggente grido del regista inglese è una storia segnata dalla divisione e dall’unione; chi ha coscienza piangerà, di dolore e di commozione.

6. LA CHIMERA
di Alice Rohrwacher
La nostra recensione

Ha fatto scalpore. Non per la sua infinita bellezza, ma per il fatto che proprio questa bellezza venisse risaltata solo in poche sale. Il pubblico si è mobilitato, ha richiesto. Il pubblico ha ottenuto. Perchè “La Chimera” non è un mostro, ma una bellissima figlia di una grande attrice. La condizione umana, quella più rurale possibile, viene raccontata attraverso le azioni dei tombaroli. Che derubano il passato per aggrapparsi saldamente al futuro.
(Lucagian)

5. TÁR
di Todd Field
La nostra recensione

Cate Blanchett è la regina indiscussa e il magnete di un film che, pur basato sulla sua performance attoriale mostruosa, lascia cadere la scure della cancel culture nel mondo della musica classica.
(MC)

4. AS BESTAS
di Rodrigo Sorogoyen
La nostra recensione

 Un Thriller così carico di tensione da risultare a tratti difficile da sostenere, basato su uno scontro di interessi e culture in una landa nebbiosa e ostile come il nord della spagna.
(MC)

3. BABYLON
di Damien Chazelle
La nostra recensione

Uno dei piu’ bei film dell’anno senza ombra di dubbio. Un film sui film. Un film sul cinema. Il cinema dietro il cinema e nel cinema. Gli albori dell’arte piu’ giovane, l’ascesa e la caduta delle star, dal muto al sonoro come rivoluzione culturale di massa. Due su tutte: la scena della festa iniziale e il commiato dell’attore sul viale del tramonto interpretato da Brad Pitt. E’ storia del cinema. Grazie maestro Chazelle.
(Valerio Lupi)

Più che la trama, di questo film ti rimane in testa la sensazionale colonna sonora. Con Damien Chazelle si va sul sicuro, più o meno sempre. E con “Babylon” il centro è stato quasi azzeccato. Trama interessante, musiche interessanti ma lunghezza micidiale che dopo tre ore vuoi segarti il culo perché tanto stai più comodo così. Purtroppo è stato distribuito quasi in secondo piano, in un periodo con altri grandi titoli a concorrere. Peccato.
(Lucagian)

2. KILLERS OF THE FLOWER MOON
di Martin Scorsese
La nostra recensione

Non sono fan di Scorsese. Però devo ammettere che questa epopea (e non solo per la durata) mi è proprio piaciuta. Un buon mix tra i suoi film più veloci e sanguinolenti e quelli più lenti a mo di riflessione. Anche qui qualche tappa bagno, la scusa per sgranchirsi le gambe, ci deve essere ma basta che non le si facciano verso la fine. Perché il finale è spettacolare.
(Lucagian)

Penalizzato soltanto da una lunghezza monstre, non totalmente giustificata, questa allegoria del capitalismo all’americana è recitata in maniera mostruosa, presenta invenzioni registiche come se piovesse ed è tecnicamente sontuosa.
(MC)

1. OPPENHEIMER
di Christopher Nolan
La nostra recensione

Il primo posto, anche per chi mi conosce, va a questo genio. Di nuovo alle prese con un biopic (ma a modo suo), Christopher Nolan ci propone un film dalla durata esatta di 180 minuti che in verità dura molto meno. Non pesa, è fluido ed interessante in ogni parte. La resa attoriale è così di alto livello che difficilmente ci cadrà la palpebra. E la resa tecnica… Non si può obiettare nulla: il suono, gli effetti speciali ricreati ad hoc senza CGI e tutto il resto sono così congeniali alla storia e all’idea che il risultato finale non può che essere un capolavoro del cinema.
(Lucagian)

Il regista inglese reinventa il biopic alla sua maniera, facendone una rapinosa esperienza sensoriale che fa esplodere nella mente degli spettatori i dubbi e le intuizioni di una delle figure cruciali dello scorso secolo.
(MC)